30 dic 2023

DODICI RINTOCCHI DI TERRORE (1980) - Recensione

 Titolo originale: New Year's Evil / 

Anno: 1980

Regia: Emmett Alston

Trailer

Un altro anno è passato e finalmente recupero anche questo slasher adattissimo al periodo. New Year's Evil è infatti un film ambientato durante il capodanno.


Il titolo è un evidente gioco di parole tra "New Years's Eve" cioè il capodanno, Eve viene sostituito da Evil, più consono ad un riferimento immediato all'horror. Quello dato in italiano Dodici rintocchi di terrore (suggerisce un passaggio quantomeno televisivo a suo tempo nel nostro paese) è passabile questa volta, sapendo bene gli scempi che si riescono a fare da noi con i titoli.



La pellicola è un classicissimo slasher con le belle atmosfere fine 70 inizio 80 (il film è appunto del 1980). La cosa bella è che non annoia ed è abbastanza dinamico. La struttura è comunque molto vicina al thriller e ricalca la particolarità del killer al telefono che camuffa la sua voce per non farsi riconoscere.
Non siamo ai livelli Argentiani con sospiri e frasi appena sospirate, ma è comunque sempre un'ottimo espediente secondo me.


E' capodanno e a Los Angeles si iniziano i festeggiamenti per accogliere l'anno nuovo. La famosa star  Blaze sta conducendo un programma, che sarà anche trasmesso per via radiofonica, quando un misterioso killer si fa vivo per dirle che ucciderà una donna per ogni fuso orario della costa, per poi arrivare da lei e finire il suo operato. Il killer registra gli omicidi con in sottofondo il countdown e poi telefona regolarmente per farlo sentire in diretta.
La polizia è subito avvertita, ma il killer è piuttosto furbo e si defila sempre, fino al finale dove tenterà di uccidere anche Blaze.




Non siamo sicuramente di fronte a qualcosa di memorabile. Il film però si difende bene, tempi particolarmente morti non ce ne sono, e gli omicidi sono ben distribuiti anche se non sono troppo efferati.
Si tiene un po' tutto per il finale, dove c'è il movimento più "grosso" e, anche se tutti gli arcani sono stati già scoperti, ed è tutto abbastanza intuibile (anche la vera identità del killer, che tra l'altro vediamo in faccia già dal primo omicidio) la cosa non desta particolare fastidio. 
Abbiamo un bel ritratto della cultura punk dell'epoca in una veste particolarmente trash che fa piuttosto sorridere.
Magari i più sofisticati vorranno trovarci il pelo nell'uovo... ma è davvero importante?
Ho visto di peggio e sinceramente sono soddisfatta così in questo caso.

In definitiva io mi sono divertita, forse Alston vuole fare un piccolo omaggio al thriller italiano di quegli anni come già ho detto prima. In una scena infatti si vede il killer fuggire e infilarsi in un drive-in, che ha sullo schermo quello che sembrerebbe il trailer de La dama rossa uccide sette volte [NB: info presa imdb]

Se siete completisti del genere questo non può assolutamente mancare.



















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