15 feb 2023

RABID GRANNIES - Recensione

RABID GRANNIES - 1988
Dir: EMMANUEL KERVYN
Vecchiette incazzate che smembrano i familiari durante una cena perché tanto sanno che sono tutti lì per i loro soldi e non per affetto ne abbiamo? 
Assolutamente si! 

Il film belga Rabid Grannies è un tripudio di sangue e arti che volano. Un film di cui è impossibile non accorgersi. 

La famiglia Remington è riunita attorno alle zie, due anziane e ricche donne che vivono in una bella grande villa. Ovviamente i familiari sono riuniti più per l'eredità che per amore delle vecchiette, ma questo al momento non è importante. Resta a casa un nipote, reo di essere la pecora nera della famiglia perché dedito a riti satanici. 
Prima della fine della cena le ziette ricevono un pacco, proprio dal nipote che regala loro una scatola chiedendo scusa per il suo comportamento. 
Ovviamente è una trappola, aperta la scatola le zie si trasformano in mostri assetati di sangue e iniziano ad uccidere tutti i parenti.
Inizia così un assedio che potrà finire solo ad una condizione. E la condizione non ve la dico, lo scoprirete se guardate il film.
La Troma decide di distribuire questo film appena gli ideatori ne parlano a Lloyd Kaufman e Michael Herz, e direi che hanno fatto benissimo. Il film si sposa con lo stile della casa di distribuzione di trashate americana. Una horror comedy da vedere assolutamente in lingua originale, magari con i sottotitoli, perché i personaggi sono da gustare così come sono nati, senza dopiaggi. 
Un bel gruppetto sopra le righe che fa divertire dall'inizio del film fino alla fine. 
Abbiamo la fortuna di avere avuto una distribuzione italiana, dalla Digitmovies , che con la collana Tromaland, ha portato un pò di cosette in Italia. Il che non guasta se amate questo tipo di film. Questa edizione di Rabid Grannies contiene il film in due versioni, la Cut in italiano e la uncut (e io vi straconsiglio quella) sottotitolata.
Direi che siamo a posto! 
Il mio giudizio per questo divertentissimo splatter è più che sufficiente. 

💀💀💀/ 5




6 feb 2023

IL GIARDINO DEI MORTI - Recensione

GARDEN OF THE DEAD - 1972 
Dir: JOHN HAYES 


Primo post dell'anno, anche se a febbraio, per un film che avrà anche la sua parte nella rubrica video Pazzi per i b-movie e un bel post sul profilo Instagram. Per il video dovrete aspettare il fine settimana però. Quindi avrete l'imbarazzo della scelta. Basta usare i Link!
Il film è un indipendente del 72, con un basso budget, girato in una decina di giorni e con una durata di un'oretta circa. Ma John Hayes riesce ad usare quel poco che ha abbastanza bene. Abbastanza da creare un film che pur non essendo eclatante, si fa notare. 

Siamo in un campo di lavori forzati dove, alcuni carcerati, stanno armeggiando con dei bidoni pieni di formaldeide  (lo sappiamo perché è palesemente scritto sui contenitori... e poi... non vi ricorda qualcosa?). Alcuni di loro la sniffano tipo fosse una droga. E lo fanno parecchie volte al giorno. La combricola vuole anche evadere, non tutti, solo un gruppetto molto determinato. Abbiamo poi Johnson, uno detenuto che all'inizio del film vediamo incontrare la compagna grazie all'amicizia con una delle guardie che gli lascia qualche minuto per salutarsi di tanto in tanto. Johnson non è del club sniffatori e nemmeno vuole evadere. Infatti viene ferito perché non è molto d'accordo con gli aspiranti fuggitivi. 
Il gruppetto scappa, ma la fuga è molto corta, vengono intercettati, catturati e uccisi sul posto. Le guardie li seppeliscono poco lontano dal campo e quasi immediatamente i corpi risorgono e si avventano contro chi li stava seppellendo. 
In pochi minuti il gruppetto di Zombi si dirige al Campo in cerca di vendetta. 
Gli zombi di Hayes, post La notte dei morti viventi, sono dei "ghouls" solo all'apparenza. Palidi e con delle belle occhiaie in stile Romeriano, ma praticamente ancora molto umani. Sono incazzati, parlano, pensano e usano degli arnesi per attaccare e uccidere i viventi. 
Mettono in atto un vero e proprio assedio al Campo con l'intento di uccidere tutti. 
Anche il modo di morire (di nuovo e finalmente come per ogni zombie che si rispetti) è diversissimo dagli zombi classici. Del resto siamo appena poco dopo il successo del film di Romero e ancora i film sui morti viventi come li conosciamo sono pochi. Ovviamente rispetto a ciò che arriverà dopo.
E magari non spoilero questo particolare, che è di sicuro uno degli elementi di originalità della pellicola. 

La colonna sonora molto "jazz" e dinamica in alcuni punti è controbilanciata da momenti più tranquilli sempre in uno stile che vira più all'indietro, verso gli anni 60.
Ma tutta la pellicola è così,con uno stile che richiama gli anni 60,quindi nulla da dire in merito. 
Sinceramente non mi aspettavo di vedere qualcosa di diverso quindi trovo questo picolo film minore quasi clamoroso! 
Quasi, perché le limitazioni ci sono e si vedono anche molto. Bisogna usare sicuramente un metro di giudizio quantomeno da manica larga.
Il film ha avuto distribuzione in VHS, poi in dvd grazie alla Troma. Di solito fa da "spalla" a La bara del vampiro, sempre di Hayes, che ha una durata più consona di 1 oretta e mezza. Tenetelo a mente perché vi parlerò molto presto anche di quest'altro film. 
Conosciuto anche con il titolo più figo Tomb of the undead è ovviamente totalmente inedito in Italia. Lo trovate però facilmente su You Tube  ad una qualità da VHS. 
Il mio voto per l'impegno è sicuramente più che sufficiente. Tenendo conto del basso budget e dei difetti che tutto questo può comportare. 
💀💀💀/5









Altri articoli: