Anno : 1988
Regia : Andrew Fleming
Uno dei film che mi ha turbata di più quando ho iniziato a vedere film horror è sicuramente Vivere nel terrore. La prima volta lo vidi quando avevo circa 15 anni. Quindi parecchio tempo fa. Bene, l'ho appena rivisto e, almeno il disagio provato all'epoca è stato minore. Insomma quella scena nell ascensore è stata sì forte, ma meno paurosa.
Ritorniamo ai giorni nostri e ai miei 40 anni suonati (ecco perché ho avuto meno paura) e vediamo un po' di fare il punto della situazione.
Anni 70. Cynthia fa parte della comune Unity Field, che è guidata dal carismatico Harris. L'uomo ha convito i suoi adepti che la morte è solo un'altro stato simile alla vita ,ma migliore. Quindi organizza un suicidio di massa. Una sera infatti cosparge gli adepti e si cosparge di benzina per poi darsi fuoco e uccidere tutti. Tutti tranne Cynthia che riesce miracolosamente a salvarsi. La ragazza però resta in coma per 13 anni. Risvegliatasi dal lungo sonno la ragazza scoprirà che il suo incubo non è ancora finito.
Harris le appare dappertutto e inizia ad uccidere chiunque le sia vicino. Il dottor Karmen cercherà di capire cosa ci sia davvero dietro a tutte queste morti.
Vivere nel terrore è uno di quegli horror degli anni 80 che sono invecchiati bene. Solido praticamente in tutto. Ma anche semplice. Non è nulla di troppo elaborato infatti.
Il cast è ottimo a partire dalla protagonista, Jennifer Rubin la Taryn di Nightmare 3 a Bruce Abbott, spalla di Jeffrey Combs in Re-Animator 1 e 2 per finire con Richard Lynch grandissimo nel ruolo di Harris (il cattivo tanto per cambiare). Per citare solo il cast principale e lascio perdere il resto del cast di facce viste e riviste dappertutto nei vari film e telefilm dell'epoca anche non horror.
Andrew Fleming, il regista, qui al suo primo film, girerà poi qualche anno dopo quell'altra bellezza che è Giovani streghe.
Ho citato Jennifer Rubin per il suo ruolo in Nightmare 3 ed effettivamente, guardando il film, sembra ci siano alcune similitudini o comunque, inconsciamente, c'è un rimando ad esso. Del resto Vivere nel terrore è solo di un anno più tardi.
Il film viaggia sui suoi binari e se la cava egregiamente. È di sicuro una pellicola che si fa notare, per storia, e per la colonna sonora che spazia da brani anni 70 a qualcosa che ci lancia con energia verso i 90. Abbiamo Sweet child o' mine come chiusura. Basta?
Le scene omicidiarie sono ben fatte e anche gli effetti speciali sono altrettanto buoni. Di sicuro va fatto un plauso al trucco di Richard Lynch in versione abrustolita perché è abbastanza forte anche adesso. Forse Abbott non è incisivo come dovrebbe ma, il suo volto già visto, ci sta simpatico e lo si perdona a mani basse.
Il film è uscito da pochissimo in dvd per Quadrifoglio che stavolta fa coppia con Oblivion film e ci porta oltre a questa super chicca anche altra roba succulenta. Andate a vedere 😉