29 apr 2023

VIVERE NEL TERRORE - Recensione

Titolo originale : Bad dreams 
Anno : 1988
Regia : Andrew Fleming 

Uno dei film che mi ha turbata di più quando ho iniziato a vedere film horror è sicuramente Vivere nel terrore. La prima volta lo vidi quando avevo circa 15 anni. Quindi parecchio tempo fa. Bene, l'ho appena rivisto e, almeno il disagio provato all'epoca è stato minore. Insomma quella scena nell ascensore è stata sì forte, ma meno paurosa. 
Ritorniamo ai giorni nostri e ai miei 40 anni suonati (ecco perché ho avuto meno paura) e vediamo un po' di fare il punto della situazione. 
Anni 70. Cynthia fa parte della comune Unity Field, che è guidata dal carismatico Harris. L'uomo ha convito i suoi adepti che la morte è solo un'altro stato simile alla vita ,ma migliore. Quindi organizza un suicidio di massa. Una sera infatti cosparge gli adepti e si cosparge di benzina per poi darsi fuoco e uccidere tutti. Tutti tranne Cynthia che riesce miracolosamente a salvarsi. La ragazza però resta in coma per 13 anni. Risvegliatasi dal lungo sonno la ragazza scoprirà che il suo incubo non è ancora finito. 
Harris le appare dappertutto e inizia ad uccidere chiunque le sia vicino. Il dottor Karmen cercherà di capire cosa ci sia davvero dietro a tutte queste morti. 
Vivere nel terrore è uno di quegli horror degli anni 80 che sono invecchiati bene. Solido praticamente in tutto. Ma anche semplice. Non è nulla di troppo elaborato infatti. 

Il cast è ottimo a partire dalla protagonista, Jennifer Rubin la Taryn di Nightmare 3 a Bruce Abbott, spalla di Jeffrey Combs in Re-Animator 1 e 2 per finire con Richard Lynch grandissimo nel ruolo di Harris  (il cattivo tanto per cambiare). Per citare solo il cast principale e lascio perdere il resto del cast di facce viste e riviste dappertutto nei vari film e telefilm dell'epoca anche non horror. 
Andrew Fleming, il regista, qui al suo primo film, girerà poi qualche anno dopo quell'altra bellezza che è Giovani streghe. 

Ho citato Jennifer Rubin per il suo ruolo in Nightmare 3 ed effettivamente, guardando il film, sembra ci siano alcune similitudini o comunque, inconsciamente, c'è un rimando ad esso. Del resto Vivere nel terrore è solo di un anno più tardi. 
Il film viaggia sui suoi binari e se la cava egregiamente. È di sicuro una pellicola che si fa notare, per storia, e per la colonna sonora che spazia da brani anni 70 a qualcosa che ci lancia con energia verso i 90. Abbiamo Sweet child o' mine come chiusura. Basta?
Le scene omicidiarie sono ben fatte e anche gli effetti speciali sono altrettanto buoni. Di sicuro va fatto un plauso al trucco di Richard Lynch in versione abrustolita perché è abbastanza forte anche adesso. Forse Abbott non è incisivo come dovrebbe ma, il suo volto già visto, ci sta simpatico e lo si perdona a mani basse.

Il film è uscito da pochissimo in dvd per Quadrifoglio che stavolta fa coppia con Oblivion film e ci porta oltre a questa super chicca anche altra roba succulenta. Andate a vedere 😉






 

13 apr 2023

Venerdì 13 (parte 4) - Capitolo finale, compie 39 anni oggi.

Recensione o dichiarazione d'amore spassionata?  Una via di mezzo credo. Oggi vi dico cosa ne penso del quarto capitolo della saga del mio omone preferito dell'horror. Un pò col cuore, un pò con razionalità. 



Il film, diretto da Joseph Zito, è un sequel diretto del terzo capitolo, o almeno, si riparte direttamente da Jason trasportato all obitorio dopo i fatti accaduti a Higgins Heaven alla fine del terzo. Ed è anche l'ultimo della serie a seguire questa linea, cioè ripartire direttamente dal film precedente. Anche perché doveva essere l'ultimo... forse 😆 


Ovviamente Jason non è morto e dopo essersi svegliato torna a casa a seminare terrore. Si imbatte nella solita combricola di ragazzi in vacanza nei boschi e in una delle famiglie che ci vivono : Trish, il fratello Tommy e la madre. Durante una festicciola Jason fa mattanza dei ragazzi ed insegue Trish fino a casa dove c'è Tommy che la aspetta. Trish e Tommy combattono Jason e lo uccidono  (si certo 😅) . In particolare Tommy ha un grosso trauma emotivo dallo scontro finale. Riduco di molto la trama perché comunque è sempre meglio non fare troppi spoiler no?

Quello che doveva essere The final chapter è invece solo un piccolo punto e a capo,  ma ad esere razionali è proprio l'ultimo film della saga davvero meritevole. È tra i più violenti della, e Jason si diverte da matti. 
Io l'ho sinceramente rivalutato negli anni. Mettendolo in alto nella mia classifica personale della saga. Poi col cuore, Jason vive lo supera. Ma è un'altro discorso. 
Merito della regia di Joseph Zito forse, già conosciuto per l'ottimo Slasher The prowler, uscito qualche anno prima. O degli effetti speciali dell iconico Tom Savini tornato per chiudere il cerchio iniziato col primo film. 


E ad essere  ancora più sinceri, la saga di Venerdì 13, vista solo con questi 4 film, è  quasi una quadrilogia perfetta. C'è ancora tanta "serietà" fino a questo punto. La cosa non è ancora sfuggita di mano, o comunque, le idee sono ancora buone per una saga slasher. 
Il tutto da prendere con le dovute misure, come dico spesso.
Ci sono delle belle scene omicidiarie e il finale è più che dignitoso. (Ma c'è anche il finale alternativo.)
Ma sicuramente non tutti i fan della saga sono d'accordo con me.

Ad interpretare Jason stavolta c'è Ted White, allora già 58enne. Il più vecchio stuntman ad interpretare Jason. White non volle nemmeno essere accreditato, per paura che la sua carriera venisse scerditata. Anni dopo si ravvide, forte del successo complessivo della saga e del quarto capitolo stesso, e quindi questo, invece di danneggiarlo, gli ha portato notorietà. Almeno tra i fan dell'horror. 
 Trish, interpretata da Kimberly Beck è una passabile final girl, ma non è la mia preferita. Forse (anzi togliamo il forse) la vera star è Tommy, Tommy che ancora non sa che diventerà l'unica nemesi di Jason e sarà parte dei due capitoli successivi.
L'interpretazione di Corey Feldman è molto interessante. C'è un impegno non indifferente da parte sua nel finale. Insomma, non si limita a mettere il maglione della signora Voorhees, lui cerca di diventare Jason stesso,  confondendolo e dando la possibilità di sopraffarlo. 


In conclusione,  posso dire sia uno dei migliori della saga, non tra i miei preferiti in assoluto, ma ha guadagnato davvero tanti punti, visione dopo visione. È diventato uno dei miei comfort movie e una delle visioni annuali  (non tutti i capitoli della saga vedo spesso). Se avete qualche dubbio credetemi, rivalutatelo.

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