18 ago 2024

DARK AUGUST - Recensione

 Titolo: Dark August / Presagio Tenebroso / The hant

Anno: 1976

Paese: Usa

Regia: Martin Goldman

Trailer / Clip



PUO' CONTENERE SPOILER

Ecco un altro film di cui non conoscevo l'esistenza, ma che mi intrigava molto, locandina e storia sembravano essere interessanti e il potenziale alto.
Purtroppo non è stato così, ma andiamo come al solito per gradi e snoccioliamo la trama:

Sal Devito è un artista che vive in una piccola città rurale degli Stati Uniti. La sua compagna gestisce una piccola galleria d'arte dove espone anche i suoi lavori.
Sal però da qualche tempo ha degli starni attacchi d'ansia, o almeno così appaiono. Ma i suoi compaesani lo snobbano, facendo finta di nulla.
Si scopre che l'uomo, mentre stava percorrendo una strada in auto, ha investito una ragazzina, nipote di uno degli autoctoni del paesello. E' stato scagionato, ma per molta gente del posto è un irresponsabile, e il nonno della ragazzina non vuole nemmeno vederlo.
Sal si convince che il vecchio abbia lanciato una maledizione su di lui. Quindi gli attacchi di panico sono dovuti al sortilegio. Ed è anche perseguitato da una misteriosa figura che lo osserva dai boschi intorno alla sua casa.
La compagna ed una coppia di amici lo mettono in contatto con una medium che conferma la maledizione e propone delle soluzioni per contrastarne l'effetto. 




C'è una bella ma blanda atmosfera da folk horror in Dark August. Da noi il film ha il titolo di Presagio Tenebroso.
Martin Goldman cerca in tutti i modi di unire folk horror e psicologico, ma il risultato è piuttosto scadente. Partendo dai personaggi che non hanno un minimo di carattere, nemmeno il protagonista, che essendo "un'artista" newyorkese trapiantato, potrebbe sembrare meno ad un bifolco qualunque, e invece lo è.
Per tutto il film pervade la sensazione che la storia possa decollare prima o poi, ma non succede mai di fatto.
La tensione è ai minimi, ed l'insieme è comunque poco convincente.
Il film dovrebbe, o almeno a me è arrivato questo, far comprendere l'arretratezza dei paesini rurali, ancora legati alla superstizione, e quindi propensi a credere nel soprannaturale.
La faccenda però è piuttosto confusa perché né la componente sovrannaturale, né quella della ragione prevalgono mai. Di fatto una risposta ai quesiti che ci poniamo durante la visione non arriva mai.
Possiamo certo dare un'interpretazione personale, nessuno ce lo nega, ma la pellicola non chiarisce la posizione della storia in definitiva.



Sal potrebbe essere di fatto solo molto angosciato da ciò che è successo, investire una persona ed ucciderla è sicuramente un'esperienza che lascia un segno indelebile nella coscienza di una persona. Il rimorso, e tutta la cattiveria che gli abitanti gli riversano addosso, compreso il risentimento del nonno della ragazzina, di certo non aiutano. 
Le due posizioni sono capibilissime: da una parte un uomo che ha commesso un fatto molto grave, dove l'opinione pubblica gli punta il dito contro senza la minima volontà di capire che è stato un incidente, quindi lo condanna come se fosse un criminale incallito.
Dall'altra appunto una persona che deve affrontare questa mole di negatività, sostenuto da pochi amici e dalla sua compagna, dovendo fare i conti con i propri sentimenti personali.

L'emaptia è spostata tutta su Sal, e bilancia la parte di chi si scaglia con odio nei suoi confronti. Il nonno è visto come una persona vendicativa e cattiva (ma di fatto non lo è... vorrei vedere voi in una situazione del genere), ma non è "la nemesi" della situazione, seppur sia ritenuto la causa della maledizione. Un'altro elemento che si doveva probabilmente sviluppare diversamente ed approfondire.

Il tutto è gestito male perché pare che la componente paranormale ci sia, si lascia intuire in alcuni momenti, e nel finale, che crede di essere esplicativo, ma di fatto non lo è. Ci lascia solo con l'amaro in bocca e l'incertezza. Essendo anche piuttosto sbrigativo.
E anche perché di fatto non succede nulla di platealmente paranormale, è tutto molto blando, quasi sembra non si voglia osare né in un senso, né nell'altro, cosa che a questo punto avrebbe donato magari quel momento trash ma avrebbe forse dato scossa di vita alla pellicola. Ma non si è scelta nemmeno la strada del drama.Il film avrebbe lavorato probabilmente molto bene in quel senso.

Osare a volte serve a non cadere nella noia, magari non aggiunge pregio al prodotto, ma è un ottimo espediente per contrastarla.
Un vero peccato dal mio punto di vista, perché poteva essere un prodotto notevole se gestito in maniera diversa e più convinta.









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